Da poco è trascorso il primo maggio, la festa del lavoro che si può declinare in tanti modi, anche come lavoro su se stessi, per migliorarsi, sempre.
Lavorare su stessi
Sto smussando
piano piano
i miei angoli acuti
o meglio ottusi:
voglio dire quegli angoli
che restano scogli non attraversati.
Forse è il mio egoismo uno di questi angoli,
quello spazio appuntito.
Tutti abbiamo un io che reclama:
forse è
il nostro io bambino
che è stato maltrattato
e che non ha potuto dire.
Ora è lì
ancora,
un angolo appuntito nel cuore
e vuole attenzioni
reclama giustizia
si intromette tra me e l 'altro,
mi sovrasta.
Ho capito
che va ascoltato,
ma non sempre assecondato:
deve morire per tornare un io altruista
che ingloba me e l'altro.
È difficile non viziare quel bambino
riconoscerlo ma non obbedirgli.
È uno strappo.
Soltanto così
però
troverò pace
diventando più buona e più attenta.
Non mi giustifico
ma spiego a volte
perché sembro egoista...
Ma spesso
ho afflati di bontà eccessivi, di morbosità
e voglio impormi
non so dosare il poco e il troppo,
entrambi vizi
rispetto al giusto bene.
Voglio ammorbidirmi
ma ho paura
e mi sento in colpa
per il passato.
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