Ricevo e pubblico una mail (riadattandola solo per alcuni
aspetti formali), cui fa seguito
un documento allegato, di cui riporto
qui il contenuto.
Per chi
non lo sapesse ancora nel territorio piceno è partita la corsa all'oro nero.
Sul sito del ministero dell'ambiente la procedura per la VIA (Valutazione
Impatto Ambientale) relativa al progetto denominato "Santa Maria
Goretti", necessaria per l'avvio dei lavori di perforazione. La prima
trivellazione è prevista nel comune di Ripatransone, poco distante dal centro
cittadino ed a meno di 200 metri dalle abitazioni più vicine. Tutta la
documentazione è consultabile al link http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1515/2335.
I documenti sono stati prodotti dalla Apennine Energy S.p.a., titolare
dell'appalto in questione, come richiesto dalla normativa. Nelle foto i Rischi
dichiarati dalla stessa società nei documenti prodotti per la VIA.
Il comitato No trivelle nel piceno si sta battendo per fermare
quest'operazione, al momento l'unica cosa concreta che possiamo fare e
sollecitare il ministero a bloccare la procedura inviando delle opposizioni.
In calce trovate un modello pre compilato a
cui basta aggiungere il proprio nominativo, luogo di residenza e la firma;
poi lo si invia a 1/2 Raccomandata a/r all'indirizzo del ministero che
trovate sempre sulla lettera. per chi è in possesso di una casella di posta
certificata la può utilizzare.
A tutti coloro che ci sono vicini dico di
diffondere il più possibile quest'invito.
Spett. Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare
Direzione
Generale pel le Valutazioni Ambientali
Divisione II Sistemi di
Valutazione Ambientale
Via Cristoforo Colombo,
44 00147 Roma
Oggetto:
Invio OSSERVAZIONI al progetto di “Perforazione del pozzo esplorativo Il Cancello 1 dir”, nel
territorio del Comune di Ripatransone, nell’ambito del permesso di ricerca
Santa Maria Goretti - codice procedura
2924
In relazione all'intervento
in oggetto si osserva quanto segue.
1)ASPETTI
PAESAGGISTICI E TUTELA DEI BENI CULTURALI
Il sito è ad una distanza
di soli 500 metri dal centro abitato di Ripatransone, considerato il Belvedere
del Piceno per l'elevatissimo valore paesaggistico del territorio e
caratterizzato da un grande concentrazione di beni architettonici vincolati. E'
“bandiera arancione” del Touring Club nonché città del vino e città dell'olio.
Il cantiere sarebbe realizzato a 250 metri da un Monastero vincolato essendo di
fondazione cinquecentesca. L'intera area di cantiere è interna all'ambito “Paesaggio
agrario di interesse storico-culturale Montefiore dell'Aso-Ripatransone”. Le
caratteristiche del cantiere sono incompatibili con le finalità di conservazione
e valorizzazione di questi beni culturali che sono valori tutelati dalla nostra
Costituzione.
2)ASPETTI
DELLA TUTELA DI PRODUZIONI DI QUALITA' E DEL TURISMO
Il cantiere verrebbe
realizzato in piena area di produzione vinicola del D.O.C. “Piceno
e Piceno superiore”, del D.O.C. “Falerio” e
della D.O.C.G. “Offida”.
Tali produzioni sono fondate anche sul rispetto e la cura delle matrici
ambientali da cui scaturiscono e di cui sono parte integrante. L'impianto in
esame, sia in condizioni di emissioni “normali”, sia in caso di incidente, è
incompatibile con le aziende ed i loro
prodotti e lo è ancora di più con il sistema di accoglienza.
3)PROTEZIONE DELLE FALDE
ACQUIFERE
Lo scavo di un pozzo per
l'estrazione di idrocarburi comporta gravi pericoli di contaminazione della
falda per risalita di idrocarburi in falda attraverso il pozzo e per la
dispersione di contaminanti in falda dai fanghi di perforazione. Ci si chiede
come sia possibile anche solo immaginare di trivellare pozzi a grande profondità
con l'utilizzo di enormi quantità di prodotti chimici, alcuni dei quali
contenenti sostanze pericolose proprio per gli ambienti acquatici e le falde,
addirittura con effetti persistenti. E' del tutto evidente il rischio per la
contaminazione delle falde connesso al progetto.
4)RISCHIO
D'INCIDENTI
Nonostante tutte queste
rassicurazioni del proponente l'industria petrolifera continua ad avere
altissimi tassi di incidentalità. Per questo ci pare del tutto evidente
l'azzardo nel localizzare un pozzo a 500 metri dal centro abitato di
Ripatransone, a pochi metri da case sparse ed aziende e da strade.
5)DIFETTO
DI PUBBLICAZIONE – MANCATO COINVOLGIMENTO DI ALTRI COMUNI
L'Art.23 comma 3 del
D.lgs.152/2006 prescrive che il deposito dei documenti sia effettuato presso i
“comuni il cui territorio sia anche solo parzialmente interessato dal
progetto o dagli impatti della sua attuazione.” In
questo caso il proponente ha depositato esclusivamente gli atti nel comune di
Ripatransone. A nostro avviso la modalità di presentazione dell'istanza non è
valida in quanto è evidente che sono diversi i comuni coinvolti (basti pensare
alle ricadute di un eventuale blow-out).
6)OPZIONE
ZERO
Il proponente ritiene,
sulla base dei contenuti del Decreto “Sblocca Italia”) che non sia neanche più
necessario introdurre nella valutazione la cosiddetta Opzione Zero. La
valutazione dell'opzione zero è un caposaldo della normativa comunitaria in
materia che non può essere certo resa meno stringente da una norma nazionale.
7)PIANO
DELLA SICUREZZA ESTERNO E ANALISI DELLE RICADUTE DELLE EMISSIONI
Nel Piano di Sicurezza
mancano completamente: uno studio delle aree potenzialmente interessate da
ricaduta di idrocarburi in caso di blow-out; uno studio delle aree
potenzialmente interessate da ricadute di contaminanti in caso di incendio; uno
studio degli scenari di rischio in caso di incendio, tenendo conto della
vicinanza di potenziali bersagli sensibili.
8)RADIOATTIVITA'
Nel Piano della Sicurezza
presentato dalla ditta è citata anche la radioattività. Nel resto della
documentazione questo aspetto non viene ulteriormente approfondito.
Nell'industria petrolifera vengono prodotti rifiuti caratterizzati da
radioattività, anche sopra i normali
livelli ambientali per l'estrazione dal sottosuolo di materiali con
radioattività naturale e per l'uso uso di
sonde/marker da parte delle società petrolifere per la caratterizzazione del
giacimento. La questione non può certo essere trattata superficialmente (o,
addirittura, non essere proprio trattata) per i rischi di incidente ed
emissioni.
9)MANCANZA
DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (V.I.) DI CUI AL D.P.R.357/1997 E
SS.MM.II.
Il sito di scavo dista 1,6
km dal Sito di Interesse Comunitario “Boschi tra Cupra marittima
e Ripatransone”. La Direttiva 43/92 obbliga la
redazione di uno Studio di Incidenza Ambientale per tutti gli interventi che, anche solo potenzialmente,
possono incidere sul Sito. In caso di incidente l'area del SIC potrebbe essere
interessata dalle ricadute di contaminanti; da ciò consegue l'obbligatorietà
della realizzazione della procedura di Valutazione di Incidenza.
10)EFFETTO
CUMULO
Lo Studio di Impatto non
prende in alcun modo in considerazione l'effetto cumulo sia rispetto alle
pressioni ambientali già esistenti sia per lo sviluppo di altri interventi, ivi
compresi quelli relativi alle attività collegate alla prospezione, ricerca e
coltivazione di idrocarburi.
11)MANCANZA
DI V.A.S.
Le aree da destinare allo
sviluppo di tali interventi di ricerca e coltivazione di idrocarburi sono state
identificate senza alcuna procedura di V.A.S. da parte dello Stato. La mancata
attuazione della Direttiva 2001/42/CEE determina l'impossibilità di valutare il
cosiddetto effetto cumulo dei vari interventi in contesti complessi come quello
delle colline marchigiane e in generale del versante adriatico della
penisola.
12)EMISSIONI
IN ATMOSFERA
Le ultime ricerche hanno
accertato che i pozzi, sia quelli attivi sia quelli abbandonati, perdono enormi
quantità di metano e altri idrocarburi in atmosfera. Di questa problematica non
vi è alcuna traccia nella documentazione progettuale. In ogni caso tali
condizioni, difficilmente risolvibili e critiche per la salute del pianeta,
sarebbero inaccettabili in aree densamente abitate.
13)PUBBLICAZIONE
DEI DATI
Il Ministero dell'Ambiente
sono inadempienti rispetto agli obblighi relativi alla pubblicazione dei risultati
dei monitoraggi dei progetti già approvati. In assenza di tali informazioni è
impossibile procedere con l'approvazione di nuovi progetti.
14)VERIFICA
DELLO STATO DEI PROGETTI APPROVATI E REALIZZATI NEL SETTORE DEGLI IDROCARBURI
Inoltre il Ministero
dell'Ambiente è inadempiente circa la verifica dell'ottemperanza delle
prescrizioni per molti progetti approvati nel passato, tra i quali diversi
riguardanti proprio il settore degli idrocarburi. In questa situazione
riteniamo che il Ministero non sia nelle condizioni materiali di assicurare
praticamente nulla in relazione a questi progetti.
15)AFFIDABILITA'
FINANZIARIA DEL PROPONENTE IN CASO DI INCIDENTE
In caso di incidente, il
proponente avrebbe le risorse finanziarie per garantire, come prescrive la
legge, un pronto intervento sia in regime di emergenza sia per tutti i
successivi adempimenti? Quali garanzie esistono per assicurare un intervento
completo, efficace e risolutivo in caso di disastro?
16)BENEFICI
PER LA COMUNITA' – IL CASO DELLE ROYALTY
Il proponente prova a
sostenere che esistono vantaggi per la comunità derivanti dalla realizzazione
del progetto per la “valorizzazione” delle risorse energetiche nazionali. In
Italia, però, esiste il sistema delle franchigie e gran parte dei pozzi
produttivi non versa alcuna royalty perché non supera un minimo di produzione
annuo.
17)CAMBIAMENTI
CLIMATICI
La valutazione del progetto
non può esulare dall'esame delle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto
che rappresentano, secondo la maggior parte degli scienziati, una minaccia per
l'esistenza stessa della vita umana sul pianeta. L'ultimo rapporto dell'IPCC
lancia un ulteriore allarme sulla necessità di bloccare ulteriori emissioni di
gas clima-alteranti. Questo progetto,
che spinge verso l'ulteriore consumo di fonti fossili con conseguenti
emissioni, va esattamente nella direzione opposta quando esistono fonti rinnovabili
che possono essere sviluppate già ora come alternativa progettuale.
18)RISCHIO
SISMICO
E' noto dagli anni '50
(anche in Italia, es. Caviaga 1951) che le attività petrolifere possono
provocare terremoti per vari meccanismi di innesco e induzione. Esistono
numerose pubblicazioni scientifiche in tal senso. La complessità tettonica
della fascia pre-appeninica dovrebbe sconsigliare attività che possono
aumentare il rischio sismico, tenendo anche conto della vulnerabilità del
territorio dal punto di vista del patrimonio edilizio, della densità abitativa,
delle attività economiche esistenti.
19)EMISSIONI
ACUSTICHE ED EMISSIONI IN ATMOSFERA DAL CANTIERE
L’attività di allestimento
e perforazione comporterebbe sicuramente emissioni acustiche notevoli
(addirittura viene paventata la necessità di chiedere deroghe ai limiti
territoriali), che verrebbero percepite dalla popolazione e dai turisti,
essendo la zona particolarmente silenziosa. Inoltre il movimento dei mezzi di
cantiere e quelli per la gestione dei rifiuti prodotti e le attività di scavo produrrebbero,
in un'area agricola di pregio, emissioni e ricadute di inquinanti del tutto
insostenibili.
In considerazione di quanto sopra
esposto si chiede di esprimere parere negativo all'intervento.
Data firma:____________________________