venerdì 13 marzo 2015

Preserviamo il nostro ambiente

Ricevo e pubblico una mail (riadattandola solo per alcuni aspetti formali),  cui fa seguito un documento allegato,  di cui riporto qui il contenuto.
 Per chi non lo sapesse ancora nel territorio piceno è partita la corsa all'oro nero.

Sul sito del ministero dell'ambiente la procedura per la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) relativa al progetto denominato "Santa Maria Goretti", necessaria per l'avvio dei lavori di perforazione. La prima trivellazione è prevista nel comune di Ripatransone, poco distante dal centro cittadino ed a meno di 200 metri dalle abitazioni più vicine. Tutta la documentazione è consultabile al link http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1515/2335.
I documenti sono stati prodotti dalla Apennine Energy S.p.a., titolare dell'appalto in questione, come richiesto dalla normativa. Nelle foto i Rischi dichiarati dalla stessa società nei documenti prodotti per la VIA.
Il comitato No trivelle nel piceno si sta battendo per fermare quest'operazione, al momento l'unica cosa concreta che possiamo fare e sollecitare il ministero a bloccare la procedura inviando delle opposizioni.
In calce trovate un modello pre compilato a cui basta aggiungere il proprio nominativo, luogo di residenza e la firma;  poi lo si invia a 1/2 Raccomandata a/r all'indirizzo del ministero che trovate sempre sulla lettera. per chi è in possesso di una casella di posta certificata la può utilizzare.
Sulla pagina facebook  "No trivelle nel piceno" trovate altri fax simili di opposizione e gli aggiornamente - questo è il link https://www.facebook.com/pages/No-alle-trivelle-nel-Piceno/795160017228674?ref=ts&fref=ts
A tutti coloro che ci sono vicini dico di diffondere il più possibile quest'invito.
 
Spett. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Direzione Generale pel le Valutazioni Ambientali
Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale
Via Cristoforo Colombo, 44  00147 Roma
      
 
Oggetto: Invio OSSERVAZIONI al progetto di “Perforazione del pozzo esplorativo Il Cancello 1 dir”, nel territorio del Comune di Ripatransone, nell’ambito del permesso di ricerca Santa Maria Goretti  - codice procedura 2924
 
In relazione all'intervento in oggetto si osserva quanto segue.
1)ASPETTI PAESAGGISTICI E TUTELA DEI BENI CULTURALI
Il sito è ad una distanza di soli 500 metri dal centro abitato di Ripatransone, considerato il Belvedere del Piceno per l'elevatissimo valore paesaggistico del territorio e caratterizzato da un grande concentrazione di beni architettonici vincolati. E' “bandiera arancione” del Touring Club nonché città del vino e città dell'olio. Il cantiere sarebbe realizzato a 250 metri da un Monastero vincolato essendo di fondazione cinquecentesca. L'intera area di cantiere è interna all'ambito “Paesaggio agrario di interesse storico-culturale Montefiore dell'Aso-Ripatransone”. Le caratteristiche del cantiere sono incompatibili con le finalità di conservazione e valorizzazione di questi beni culturali che sono valori tutelati dalla nostra Costituzione.
2)ASPETTI DELLA TUTELA DI PRODUZIONI DI QUALITA' E DEL TURISMO
Il cantiere verrebbe realizzato in piena area di produzione vinicola del D.O.C. “Piceno e Piceno superiore”, del D.O.C. “Falerio” e della D.O.C.G. “Offida”. Tali produzioni sono fondate anche sul rispetto e la cura delle matrici ambientali da cui scaturiscono e di cui sono parte integrante. L'impianto in esame, sia in condizioni di emissioni “normali”, sia in caso di incidente, è incompatibile  con le aziende ed i loro prodotti e lo è ancora di più con il sistema di accoglienza.
3)PROTEZIONE DELLE FALDE ACQUIFERE
Lo scavo di un pozzo per l'estrazione di idrocarburi comporta gravi pericoli di contaminazione della falda per risalita di idrocarburi in falda attraverso il pozzo e per la dispersione di contaminanti in falda dai fanghi di perforazione. Ci si chiede come sia possibile anche solo immaginare di trivellare pozzi a grande profondità con l'utilizzo di enormi quantità di prodotti chimici, alcuni dei quali contenenti sostanze pericolose proprio per gli ambienti acquatici e le falde, addirittura con effetti persistenti. E' del tutto evidente il rischio per la contaminazione delle falde connesso al progetto.
4)RISCHIO D'INCIDENTI
Nonostante tutte queste rassicurazioni del proponente l'industria petrolifera continua ad avere altissimi tassi di incidentalità. Per questo ci pare del tutto evidente l'azzardo nel localizzare un pozzo a 500 metri dal centro abitato di Ripatransone, a pochi metri da case sparse ed aziende e da strade.
5)DIFETTO DI PUBBLICAZIONE – MANCATO COINVOLGIMENTO DI ALTRI COMUNI
L'Art.23 comma 3 del D.lgs.152/2006 prescrive che il deposito dei documenti sia effettuato presso i “comuni il cui territorio sia anche solo parzialmente interessato dal progetto o dagli impatti della sua attuazione.” In questo caso il proponente ha depositato esclusivamente gli atti nel comune di Ripatransone. A nostro avviso la modalità di presentazione dell'istanza non è valida in quanto è evidente che sono diversi i comuni coinvolti (basti pensare alle ricadute di un eventuale blow-out).
6)OPZIONE ZERO
Il proponente ritiene, sulla base dei contenuti del Decreto “Sblocca Italia”) che non sia neanche più necessario introdurre nella valutazione la cosiddetta Opzione Zero. La valutazione dell'opzione zero è un caposaldo della normativa comunitaria in materia che non può essere certo resa meno stringente da una norma nazionale.
7)PIANO DELLA SICUREZZA ESTERNO E ANALISI DELLE RICADUTE DELLE EMISSIONI
Nel Piano di Sicurezza mancano completamente: uno studio delle aree potenzialmente interessate da ricaduta di idrocarburi in caso di blow-out; uno studio delle aree potenzialmente interessate da ricadute di contaminanti in caso di incendio; uno studio degli scenari di rischio in caso di incendio, tenendo conto della vicinanza di potenziali bersagli sensibili.
8)RADIOATTIVITA'
Nel Piano della Sicurezza presentato dalla ditta è citata anche la radioattività. Nel resto della documentazione questo aspetto non viene ulteriormente approfondito. Nell'industria petrolifera vengono prodotti rifiuti caratterizzati da radioattività, anche sopra i normali  livelli ambientali per l'estrazione dal sottosuolo di materiali con radioattività naturale e per l'uso uso di sonde/marker da parte delle società petrolifere per la caratterizzazione del giacimento. La questione non può certo essere trattata superficialmente (o, addirittura, non essere proprio trattata) per i rischi di incidente ed emissioni.
9)MANCANZA DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (V.I.) DI CUI AL D.P.R.357/1997 E SS.MM.II.
Il sito di scavo dista 1,6 km dal Sito di Interesse Comunitario “Boschi tra Cupra marittima e Ripatransone”. La Direttiva 43/92 obbliga la redazione di uno Studio di Incidenza Ambientale per tutti gli interventi che, anche solo potenzialmente, possono incidere sul Sito. In caso di incidente l'area del SIC potrebbe essere interessata dalle ricadute di contaminanti; da ciò consegue l'obbligatorietà della realizzazione della procedura di Valutazione di Incidenza.
10)EFFETTO CUMULO
Lo Studio di Impatto non prende in alcun modo in considerazione l'effetto cumulo sia rispetto alle pressioni ambientali già esistenti sia per lo sviluppo di altri interventi, ivi compresi quelli relativi alle attività collegate alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.
11)MANCANZA DI V.A.S.
Le aree da destinare allo sviluppo di tali interventi di ricerca e coltivazione di idrocarburi sono state identificate senza alcuna procedura di V.A.S. da parte dello Stato. La mancata attuazione della Direttiva 2001/42/CEE determina l'impossibilità di valutare il cosiddetto effetto cumulo dei vari interventi in contesti complessi come quello delle colline marchigiane e in generale del versante adriatico della penisola. 
12)EMISSIONI IN ATMOSFERA
Le ultime ricerche hanno accertato che i pozzi, sia quelli attivi sia quelli abbandonati, perdono enormi quantità di metano e altri idrocarburi in atmosfera. Di questa problematica non vi è alcuna traccia nella documentazione progettuale. In ogni caso tali condizioni, difficilmente risolvibili e critiche per la salute del pianeta, sarebbero inaccettabili in aree densamente abitate.
13)PUBBLICAZIONE DEI DATI
Il Ministero dell'Ambiente sono inadempienti rispetto agli obblighi relativi alla pubblicazione dei risultati dei monitoraggi dei progetti già approvati. In assenza di tali informazioni è impossibile procedere con l'approvazione di nuovi progetti.
14)VERIFICA DELLO STATO DEI PROGETTI APPROVATI E REALIZZATI NEL SETTORE DEGLI IDROCARBURI
Inoltre il Ministero dell'Ambiente è inadempiente circa la verifica dell'ottemperanza delle prescrizioni per molti progetti approvati nel passato, tra i quali diversi riguardanti proprio il settore degli idrocarburi. In questa situazione riteniamo che il Ministero non sia nelle condizioni materiali di assicurare praticamente nulla in relazione a questi progetti.
15)AFFIDABILITA' FINANZIARIA DEL PROPONENTE IN CASO DI INCIDENTE
In caso di incidente, il proponente avrebbe le risorse finanziarie per garantire, come prescrive la legge, un pronto intervento sia in regime di emergenza sia per tutti i successivi adempimenti? Quali garanzie esistono per assicurare un intervento completo, efficace e risolutivo in caso di disastro?
16)BENEFICI PER LA COMUNITA' – IL CASO DELLE ROYALTY
Il proponente prova a sostenere che esistono vantaggi per la comunità derivanti dalla realizzazione del progetto per la “valorizzazione” delle risorse energetiche nazionali. In Italia, però, esiste il sistema delle franchigie e gran parte dei pozzi produttivi non versa alcuna royalty perché non supera un minimo di produzione annuo.
17)CAMBIAMENTI CLIMATICI
La valutazione del progetto non può esulare dall'esame delle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto che rappresentano, secondo la maggior parte degli scienziati, una minaccia per l'esistenza stessa della vita umana sul pianeta. L'ultimo rapporto dell'IPCC lancia un ulteriore allarme sulla necessità di bloccare ulteriori emissioni di gas clima-alteranti.  Questo progetto, che spinge verso l'ulteriore consumo di fonti fossili con conseguenti emissioni, va esattamente nella direzione opposta quando esistono fonti rinnovabili che possono essere sviluppate già ora come alternativa progettuale.
18)RISCHIO SISMICO
E' noto dagli anni '50 (anche in Italia, es. Caviaga 1951) che le attività petrolifere possono provocare terremoti per vari meccanismi di innesco e induzione. Esistono numerose pubblicazioni scientifiche in tal senso. La complessità tettonica della fascia pre-appeninica dovrebbe sconsigliare attività che possono aumentare il rischio sismico, tenendo anche conto della vulnerabilità del territorio dal punto di vista del patrimonio edilizio, della densità abitativa, delle attività economiche esistenti.
19)EMISSIONI ACUSTICHE ED EMISSIONI IN ATMOSFERA DAL CANTIERE
L’attività di allestimento e perforazione comporterebbe sicuramente emissioni acustiche notevoli (addirittura viene paventata la necessità di chiedere deroghe ai limiti territoriali), che verrebbero percepite dalla popolazione e dai turisti, essendo la zona particolarmente silenziosa. Inoltre il movimento dei mezzi di cantiere e quelli per la gestione dei rifiuti prodotti e le attività di scavo produrrebbero, in un'area agricola di pregio, emissioni e ricadute di inquinanti del tutto insostenibili.
 
In considerazione di quanto sopra esposto si chiede di esprimere parere negativo all'intervento.
 
 
Data                                                                      firma:____________________________
 
 
 

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