giovedì 24 settembre 2015

Trilogia sul Vino


 
EBBREZZA
 
1) Luna Mistica
 
Luna
Che palpiti nel Cielo
Zampilli nel Buio
Diventi Mistero…
Selene provocante
Intorno a te le Stelle…
 
Tu Bacco
Loro Menadi
Danzate nel coro
Nel Cielo recintato
del Nulla
Tra i ruderi del Vento
Nel ventre di un’Orgia.
Nell’Ebbrezza mistica.
 
Io
divento Edera
Io Menade
Io Bacco.
 
 

2) Offida (mostra del Vino primi di settembre 2007)
 
Borgo antico e soave
Arroccato tra seni fondi
di Memoria…
 
Illuminato
in questo settembre
Dolce e sensuale.
La luna ti rende giocondo
Nell’atmosfera festosa…
 
Bacco ha occupato i tuoi sentieri
Insieme ai suoi Compagni.
 
Un fiume di vini…
Le Marche in esposizione
Davanti al suo Dio
Musica
Poesia
Vite…
La sorgente della Vita.
 
 

3) Sorsi di Lacrima(di Morro d’Alba)
 
Nel tuo nome
La mia lacrime.
 
Nelle mie lacrime
L’essenza di te
Della Vita
Delle belle serate spensierate
Tra un aperitivo
E una risata.
 
E il ricordo di valli
Sentieri
Sterpati
Profumati di vita
Di vino.
 
Profumo inebriante
Delle sere di Maggio
 
È rimasta una lacrima
Ancora
Nascosta…
Solo ora l’ho ritrovata
Nel mio seno.
 
 
 
 

Riflessione seguita da poesia


I doni dell’Autunno
L’Autunno, come si sa, è il periodo della vendemmia e della produzione del vino. E i Greci, che sono stati i primi ad insegnarci a vivere, ad amare, a filosofare, hanno riflettuto pure sul significato del vino, bevanda che l’uomo può bere solo combinata ad acqua, mai pura, bevanda in qualche modo temuta, per i suoi effetti, ma al contempo amata e desiderata. Il poeta greco Alceo (VII-VI a. C)  riconosce al vino la proprietà di essere uno “strumento mediante cui l’uomo può conoscere se stesso”. L’uomo un po’ brillo, in effetti, si trova in uno stato psico-fisico di debolezza e nella debolezza ognuno può manifestarsi a se stesso e agli altri. Sempre Alceo, inoltre, definisce il vino come “verità”. Egli considera come migliore fra i farmaci l’idea di farsi portare del vino e di ubriacarsi. Ciò è giusto nella misura in cui, ci insegna ancora il poeta, fu lo stesso Dioniso a donarlo agli uomini quale dono in grado di far dimenticare il dolore e le pene. Il tragediografo Euripide (V  a. C) in un passo delle Baccanti va ancora oltre, affermando che è Dioniso stesso, identificato con il vino, a “far cessare le nostre cure, qualora i grappoli splendenti di uva giungano nei banchetti divini”. Il vino è dunque dono divino, e dal Dio viene solo il Bene per l’uomo, come ci insegnano  filosofi della tempra di Socrate  o Platone. Il vino è strumento di filosofia se il vino, come scrive proprio Platone, è “veritiero”, nel senso che è esso stesso sincero e induce l’uomo ad essere sincero.  Scriverà nel III sec. a. C il poeta ellenistico Teocrito:  “necessariamente noi -essendo ubriachi- saremo anche veraci”. Egli trae tale massima proprio citando un frammento di Alceo, che ho sopra riportato a braccio: “ si dicono contestualmente, caro fanciullo, vino e verità”.
Comunque  buon vino a tutti: in vino Veritas

Lascio una mia poesia a tema dal sapore autunnale. Ad maiora.
Settembre
È arrivato
Settembre.
Un brivido
sulla pelle
un lungo battito
nel cuore.
Ricordi
Impressioni
Immagini…
Impronte eterne
di Autunni passati
di sogni infranti
di giornate
ancora calde
di dolci serate
al passeggio
sotto la luna.
Una chiesa
un borgo
un sentiero…
Impavida
Ti tengo ancora
la mano,
la stringo
ci gioco
la abbandono.
Mi abbandono
Io stessa
all’estasi
di un rapido desiderio.
È settembre,
il tempo dell’ebbrezza.
È lecito
in questo mese
in questa stagione
in quest’ora
Osare.
                  




Poesia sull'Autunno


Respiro d’Autunno

 

Respiro già

l’Autunno

nella pioggia

di metà estate.

Sono passate

le mattinate assolate.

Abbiamo coperto

la nostra pelle nuda

ormai.

Restano

Solo

Tracce flebili

sulla sabbia:

impronte dei nostri piedi

resti di scritte:

promesse d’Amore eterno

fugaci

come il vento

che le cancella

nel vuoto

per sempre.

È arrivato l’Autunno

e niente resta

di alcuna promessa.