giovedì 24 settembre 2015

Riflessione seguita da poesia


I doni dell’Autunno
L’Autunno, come si sa, è il periodo della vendemmia e della produzione del vino. E i Greci, che sono stati i primi ad insegnarci a vivere, ad amare, a filosofare, hanno riflettuto pure sul significato del vino, bevanda che l’uomo può bere solo combinata ad acqua, mai pura, bevanda in qualche modo temuta, per i suoi effetti, ma al contempo amata e desiderata. Il poeta greco Alceo (VII-VI a. C)  riconosce al vino la proprietà di essere uno “strumento mediante cui l’uomo può conoscere se stesso”. L’uomo un po’ brillo, in effetti, si trova in uno stato psico-fisico di debolezza e nella debolezza ognuno può manifestarsi a se stesso e agli altri. Sempre Alceo, inoltre, definisce il vino come “verità”. Egli considera come migliore fra i farmaci l’idea di farsi portare del vino e di ubriacarsi. Ciò è giusto nella misura in cui, ci insegna ancora il poeta, fu lo stesso Dioniso a donarlo agli uomini quale dono in grado di far dimenticare il dolore e le pene. Il tragediografo Euripide (V  a. C) in un passo delle Baccanti va ancora oltre, affermando che è Dioniso stesso, identificato con il vino, a “far cessare le nostre cure, qualora i grappoli splendenti di uva giungano nei banchetti divini”. Il vino è dunque dono divino, e dal Dio viene solo il Bene per l’uomo, come ci insegnano  filosofi della tempra di Socrate  o Platone. Il vino è strumento di filosofia se il vino, come scrive proprio Platone, è “veritiero”, nel senso che è esso stesso sincero e induce l’uomo ad essere sincero.  Scriverà nel III sec. a. C il poeta ellenistico Teocrito:  “necessariamente noi -essendo ubriachi- saremo anche veraci”. Egli trae tale massima proprio citando un frammento di Alceo, che ho sopra riportato a braccio: “ si dicono contestualmente, caro fanciullo, vino e verità”.
Comunque  buon vino a tutti: in vino Veritas

Lascio una mia poesia a tema dal sapore autunnale. Ad maiora.
Settembre
È arrivato
Settembre.
Un brivido
sulla pelle
un lungo battito
nel cuore.
Ricordi
Impressioni
Immagini…
Impronte eterne
di Autunni passati
di sogni infranti
di giornate
ancora calde
di dolci serate
al passeggio
sotto la luna.
Una chiesa
un borgo
un sentiero…
Impavida
Ti tengo ancora
la mano,
la stringo
ci gioco
la abbandono.
Mi abbandono
Io stessa
all’estasi
di un rapido desiderio.
È settembre,
il tempo dell’ebbrezza.
È lecito
in questo mese
in questa stagione
in quest’ora
Osare.
                  




Nessun commento:

Posta un commento