lunedì 22 aprile 2024

Letture russe

Un regalo che cerco di farmi ogni sera è leggere Anna Karenina...

Prima non avevo sensibilità per la letteratura russa, invece da qualche mese è scattata in me questa scintilla e ho acquistato il romanzo che mi tengo come coccola a fine di ogni giornata, oppure quando mi capita di restare sveglia la notte, o anche la mattina presto se non ho scuola.

Il testo scorre, ho appena superato la metà...ci sto mettendo tempo, ma perché non faccio mai sessioni di lettura lunghe.

Ho capito però che Tolstoj è un genio e vorrei leggere anche Guerra e Pace, visto che ho trattato da poco Napoleone a scuola.

Ho acquistato compulsivamente libri in questi mesi, ma dovrei fermarmi. Eppure mi pare qualcosa di essenziale, come leggere, attività per me imprescindibile ora, come respirare. Invece non riesco a scrivere. I miei progetti sono fermi, come anche la stesura di recensioni è molto rallentata. Ma forse, paradossalmente, è solo una lettura intensa che potrà farmi recuperare la mia creatività, qualora ce ne fosse. Altrimenti dipenderebbe da me. In ogni caso è vero che la regola numero uno per scrivere è leggere.

Non sono una lettrice ordinata o organizzata, come in genere non lo sono nella mia vita (comprese le attività scrittorie), ma alla fine leggo per me e sono libera anche di leggere un po' a caso.

Tolstoj in Anna Karenina coglie moltissime verità, sa darmi risposte che non ho mai trovato altrove, è come un oracolo per me, vale più di un colloquio di psicoterapia. E mi stupisco ogni volta di averci messo tutto questo tempo per capirlo. Forse perché i "mattoni russi" fanno paura, ma solo per pregiudizio, finché uno non inizia.

Sono a più di 600 pagine, 676 per l'esattezza. Prima o poi finirò le 1096 della mia edizione Feltrinelli. Che splendore questa scrittura! Quanto mi entra dentro e quanto mi fa entrare dentro la psicologia umana! Tutto questo senza che Tolstoj fosse uno psicologo. Ma come ha fatto allora? Genialità totale e basta...

Dei russi poi vorrei leggere Guerra e Pace per poi passare a L'idiota di Dostoevskij perché ne ho sentito molto parlare recentemente, ma anche in passato la mia professoressa del ginnasio ce lo citò in accostamento a D'Annunzio; ricordo anche che ne ha discusso o ne ha scritto anche Sergio Givone nei suoi saggi e interventi. Lui è un esperto del nichilismo e rilegge con questa chiave molti pensatori e scrittori. Questi russi sono anche un po' filosofi e sono spesso citati da chi si occupa di Estetica.

Parallelamente sto scoprendo anche la poesia russa come quella di Anna Achmatòva...ho acquistato una raccolta poetica di Einaudi (La corsa del tempo) che vorrei leggere. Paolo Nori ha scritto un libro su dei lei e uno su Dostoevskij e, reperendo alcuni contenuti su You Tube, mi sono molto incuriosita.

Vorrei recuperare la mia dimensione di studiosa, ma ho davvero poco tempo in questo periodo per motivi esterni a me, ma anche interni. Studiare significa sentirsi vivi.

Una volta che avrò finito la Karerina sogno di scriverne un saggio o di fare una mega live  in qualche pagina con cui ho collaborato in passato, o qualcosa in presenza...mi sto appuntando i passi più significativi, ma non saprei come gestire questa cosa. Eppure mi piacerebbe molto. Questo romanzo mi fa commuovere: ricordo che una mia collega, che lo stava leggendo qualche anno fa, mi disse: "Io me lo bevo". Solo ora riesco a capirla in questa sua espressione e la ringrazio, a posteriori, se per caso dovesse leggere questo post. Grazie Tiziana!

 

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