mercoledì 24 aprile 2024

Cotidie poetae sumus aut volumus esse

 Ho voluto scrivere in versi una mia qualsiasi e stupidissima giornata domestica...quasi more oraziano (non demostrato) senza essere Orazio, il poeta dei vini semplici, del pulvis et umbra sumus, dell'hic et nunc, della denuncia degli arrampicatori sociali...un esperimento frivolo, una nuga come la chiamerebbe Catullo...


Giorno libero da scuola 23.04.2024

Invernalmente vestita

esco:

il freddo mi ripara.

Dalle colline 

anche oggi,

a mia fortuna,

non vedo

il mare o l'estate.

Cammino

e arriva la pioggia:

senza ombrello

mi bagno

i capelli

e  tutto quanto il resto:

non importa 

li laverò

li ho tagliati

in fretta si asciugheranno.

Chi approfitta,

vedendomi a piedi,

per volermi dare un passaggio,

ma gentilmente rifiuto: 

"Voglio camminare", dico.

Di complimenti ne ricevo ancora

da più parti

spesso

non ho perso il mio valore o

la mia virtù:

il mio femminile lo posseggo ancora.

Rientro...

ritrovo il calore

mia sorella torna a casa

non sta troppo bene...

e non so aiutarla

per egoismo...

Mi metto a studiare Dante

ascolto Phil Collins

mi asciugo tutta

lavo i capelli

e li curo

intanto finisco il libro di Marilù,

bellissimo sulle donne dell'Iliade...

una piccola nota ne scrivo, 

sulla povera Creusa, sulla misera Dido.

 

La vita è stata veloce

in questo giorno libero.

Ho praticato la gentilezza

con colleghi a volte saccenti.

Io, che non vengo rispettata, spesso,

Perché non so rispettare.

Ora è sera

è tempo di studiare

per i miei alunni...

e dopo a nanna con Anna Karenina.

Cotidie vivimus

Cras vivemus...

Hodie viximus.

C'è tempo solo per le nugae.


 

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