L’Amore e i Suoi Segni
Volendo riprendere la rubrica letteraria iniziata nel numero di Natale e dedicata all’Amicizia, mi soffermerò sul tema dell’Amore, dato l’approssimarsi di San Valentino.
Volendo riprendere la rubrica letteraria iniziata nel numero di Natale e dedicata all’Amicizia, mi soffermerò sul tema dell’Amore, dato l’approssimarsi di San Valentino.
Il titolo di questo articolo,
“L’Amore e i suoi segni”, si ispira all’opera dello scrittore francese M.
Proust intitolata “Alla ricerca del tempo perduto”.
Si tratta di una vera e propria
“saga” alla ricerca di un passato perso per sempre, fatto di anni trascorsi
nell’inutile tentativo di recuperarlo volontariamente, laddove invece un
semplice gesto inusuale può, in un attimo ed involontariamente, dischiudere un
intero mondo di Vita e Amore.
Come in tutti i romanzi anche in
questo ha primaria importanza l’Amore, che si dispiega attraverso le storie dei
personaggi.
I vari amori che intessono
l’intera opera proustiana, sia omosessuali, sia eterosessuali, che trasversali
(qui servirebbe in realtà un distinguo, che ora ometto per mancanza di spazio),
sono tutti caratterizzati da un tratto comune, che si sposa con la visione
generale dell’opera.
Se infatti la Ricerca del Tempo Perduto,
che si realizza mediante la scrittura dell’opera d’arte che permetterà
all’autore di recuperare il tempo perso, sia in quanto dimenticato, sia in
quanto speso dietro amori non corrisposti, è un processo di restaurazione della
Verità, tale lo è anche nella misura in cui essa cerca di ricostruire i segni
degli Amori vissuti, e inquadrarli nella loro realtà, che comporta tanto dolore
quanto gioia.
Dolore per il riconoscimento
della non esclusività dei segnali inviati dall’amato all’amante, riconducibile
al fatto che, pur svelando essi all’amato di essere ricambiato, gli svelano
contemporaneamente un’infinità di tanti altri amati (o meglio rivali)
potenzialmente destinatari dei medesimi segnali; felicità perché ogni riconoscimento, in
quanto tale, è opera di verità: “Ma da un altro punto di vista l’opera è segno
di felicità, perché ci insegna che in qualsiasi amore il generale sta accanto
al particolare, e a passare dal secondo al primo con una ginnastica che
fortifica contro il dolore facendone trascurare la causa per approfondirne
l’essenza”.
“Amore non è guardarsi a vicenda. Amore è guardare insieme nella stessa direzione”Antoine De Saint-Exupéry"
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Amore è guardare insieme nella stessa direzione"
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