lunedì 16 febbraio 2015

Siamo tutti Greci (testo in prosa e poesira risalgono all'Autunno 2011; La poesia ha ricevuto un premio ad un c oncorso di poesia nel piceno, dove vivo)


Questi giorni si è tornato a parlare di Grecia.

Il paese, come l'Italia (anche se in modo diverso) è in crisi dal 2011: è l'anno in cui, se si ricorda, in Italia lo spread era alto e cadde il governo Berlusconi.

Avevo pubblicato all'epoca sul solito "Liofante" un testo sulla crisi della Grecia in parallelo con quella dell'Italia: pur cambiati i tempi, credo sia ancora attuale!

L’Autunno della Grecia (e dell’Italia?!)

È questa la stagione,  non tanto meteorologica quanto “esistenziale” cui sembra destinato il paese che gli antichi stessi definivano, con orgoglio, “scuola”. Scuola di poesia, di filosofia, di democrazia. Questo e molto più è stato il  mondo ellenico, che si pone all’aurora della Storia occidentale, ovvero di quel mondo dove, neanche a farlo apposta, si pone, geograficamente parlando, il tramonto del sole. Ma la categoria “occidentale” giunge, travalicando il dato meramente geografico, ad acquisire un complesso significato metaforico, riassumendo in sé un sistema di valori culturali di riferimento.

Non vorremmo, infatti, che il nostro “mondo occidentale”, il mondo della democrazia e della libertà, diventasse il luogo in cui tramonta anche il sole della Civiltà.

Noi vorremmo, invece, che il nostro “Occidente” fosse un eterno “Mezzogiorno”, regione eternamente  assolata, scaldata dagli uomini che proprio il poeta greco Omero definiva come “coloro che vedono la luce del sole”. Chi muore, di conseguenza, è chi non vede più la luce del sole: anche in senso morale.

Ho richiamato una delle “mille” metafore tipiche della poesia greca: una piccola goccia per cercare di dar conto, forse inutilmente, dell’immenso oceano culturale che ha rappresentato anticamente il Mediterraneo, il mare nostrum. Il linguaggio poetico è stato uno dei primi “frutti” di questa parte “Meridionale” del mondo, che oggi si colloca anche al Meridione della vita economica e sociale.

Sono stata a Giugno a Salonicco e ho potuto vedere tante analogie con le nostre città meridionali: nel male e nel bene. Tanta disoccupazione, consumata negli assolati giardini dei bar in pieno giorno,  ma anche tanto calore umano e tanta accoglienza. Le ultime notizie di questi giorni parlano della Grecia come di un paese indebitato, colto nel profondo del suo tessuto economico e sociale, dove il ceto medio non riesce più a pagare i mutui per i tagli agli stipendi ed è costretto a fare la spesa ai mercatini dell’usato. Anche la situazione italiana non è rosea. Sarà il nostro paese, culla dell’altra  fondamentale civiltà occidentale, quella romana, il prossimo candidato a vivere il suo Autunno? Se gli uomini tornassero davvero ad essere illuminati dalla luce del Sole, forse potrebbe sopraggiungere un’eterna Estate.

Lascio qui sotto una mia poesia, che dedico -a mia volta- alla Poesia Greca che ho avuto la fortuna di studiare all’Università in lingua originale.  Spero che possa rinascere, dalle macerie del consumismo, il culto per il mondo classico.

 

Tributo al mondo greco

Giaci

Non sepolto

Nella Mia Memoria.

L’Oblio

Geloso

Ti conserva

nelle pieghe morbide

della mia pelle.

Sei stato

nell’Attimo

Canto ed Ascolto

Spettacolo e Visione.

Non ricordo

il tuo Volto

di quel tempo…

Ricordo solo

Il tuo bisbiglio….

Negli incontri inconsapevoli

ed innocenti

delle  Nostre Albe…

Tu

per congedarti

dalle Dionisiache Notti insonni…

Io

per immergermi

nel Giorno Solare…

nella sua Poesia.

Sei stato

Tremendamente

la vena oscura

e pulsante

della mia Passione.






  

 

 

 

 

 

 

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