Questi giorni si è tornato a parlare di Grecia.
Il paese, come l'Italia (anche se in modo diverso) è in crisi dal 2011: è l'anno in cui, se si ricorda, in Italia lo spread era alto e cadde il governo Berlusconi.
Avevo pubblicato all'epoca sul solito "Liofante" un testo sulla crisi della Grecia in parallelo con quella dell'Italia: pur cambiati i tempi, credo sia ancora attuale!
L’Autunno della Grecia (e dell’Italia?!)
È questa la
stagione, non tanto meteorologica quanto “esistenziale” cui sembra
destinato il paese che gli antichi stessi definivano, con orgoglio, “scuola”.
Scuola di poesia, di filosofia, di democrazia. Questo e molto più è stato il
mondo ellenico, che si pone all’aurora della Storia occidentale, ovvero di quel
mondo dove, neanche a farlo apposta, si pone, geograficamente parlando, il
tramonto del sole. Ma la categoria “occidentale” giunge, travalicando il dato
meramente geografico, ad acquisire un complesso significato metaforico,
riassumendo in sé un sistema di valori culturali di riferimento.
Non
vorremmo, infatti, che il nostro “mondo occidentale”, il mondo della democrazia
e della libertà, diventasse il luogo in cui tramonta anche il sole della
Civiltà.
Noi
vorremmo, invece, che il nostro “Occidente” fosse un eterno “Mezzogiorno”,
regione eternamente assolata, scaldata dagli uomini che proprio il poeta
greco Omero definiva come “coloro che vedono la luce del sole”. Chi muore, di
conseguenza, è chi non vede più la luce del sole: anche in senso morale.
Ho
richiamato una delle “mille” metafore tipiche della poesia greca: una piccola
goccia per cercare di dar conto, forse inutilmente, dell’immenso oceano
culturale che ha rappresentato anticamente il Mediterraneo, il mare nostrum. Il
linguaggio poetico è stato uno dei primi “frutti” di questa parte “Meridionale”
del mondo, che oggi si colloca anche al Meridione della vita economica e
sociale.
Sono stata a
Giugno a Salonicco e ho potuto vedere tante analogie con le nostre città
meridionali: nel male e nel bene. Tanta disoccupazione, consumata negli
assolati giardini dei bar in pieno giorno, ma anche tanto calore umano e
tanta accoglienza. Le ultime notizie di questi giorni parlano della Grecia come
di un paese indebitato, colto nel profondo del suo tessuto economico e sociale,
dove il ceto medio non riesce più a pagare i mutui per i tagli agli stipendi ed
è costretto a fare la spesa ai mercatini dell’usato. Anche la situazione
italiana non è rosea. Sarà il nostro paese, culla dell’altra fondamentale
civiltà occidentale, quella romana, il prossimo candidato a vivere il suo
Autunno? Se gli uomini tornassero davvero ad essere illuminati dalla luce del
Sole, forse potrebbe sopraggiungere un’eterna Estate.
Lascio qui sotto una mia poesia, che dedico -a mia volta- alla Poesia Greca che ho avuto la fortuna di studiare all’Università in lingua originale. Spero che possa rinascere, dalle macerie del consumismo, il culto per il mondo classico.
Tributo al mondo greco
Giaci
Non sepolto
Nella Mia Memoria.
L’Oblio
Geloso
Ti conserva
nelle pieghe morbide
della mia pelle.
Sei stato
nell’Attimo
Canto ed Ascolto
Spettacolo e Visione.
Non ricordo
il tuo Volto
di quel tempo…
Ricordo solo
Il tuo bisbiglio….
Negli incontri inconsapevoli
ed innocenti
delle Nostre Albe…
Tu
per congedarti
dalle Dionisiache Notti insonni…
Io
per immergermi
nel Giorno Solare…
nella sua Poesia.
Sei stato
Tremendamente
la vena oscura
e pulsante
della mia Passione.
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