Ho voluto scrivere in versi una mia qualsiasi e stupidissima giornata domestica...quasi more oraziano (non demostrato) senza essere Orazio, il poeta dei vini semplici, del pulvis et umbra sumus, dell'hic et nunc, della denuncia degli arrampicatori sociali...un esperimento frivolo, una nuga come la chiamerebbe Catullo...
Giorno libero da scuola 23.04.2024
Invernalmente vestita
esco:
il freddo mi ripara.
Dalle colline
anche oggi,
a mia fortuna,
non vedo
il mare o l'estate.
Cammino
e arriva la pioggia:
senza ombrello
mi bagno
i capelli
e tutto quanto il resto:
non importa
li laverò
li ho tagliati
in fretta si asciugheranno.
Chi approfitta,
vedendomi a piedi,
per volermi dare un passaggio,
ma gentilmente rifiuto:
"Voglio camminare", dico.
Di complimenti ne ricevo ancora
da più parti
spesso
non ho perso il mio valore o
la mia virtù:
il mio femminile lo posseggo ancora.
Rientro...
ritrovo il calore
mia sorella torna a casa
non sta troppo bene...
e non so aiutarla
per egoismo...
Mi metto a studiare Dante
ascolto Phil Collins
mi asciugo tutta
lavo i capelli
e li curo
intanto finisco il libro di Marilù,
bellissimo sulle donne dell'Iliade...
una piccola nota ne scrivo,
sulla povera Creusa, sulla misera Dido.
La vita è stata veloce
in questo giorno libero.
Ho praticato la gentilezza
con colleghi a volte saccenti.
Io, che non vengo rispettata, spesso,
Perché non so rispettare.
Ora è sera
è tempo di studiare
per i miei alunni...
e dopo a nanna con Anna Karenina.
Cotidie vivimus
Cras vivemus...
Hodie viximus.
C'è tempo solo per le nugae.