venerdì 24 agosto 2018

A due anni dal sisma. un mio contributo


Le nostre Marche: la Bellezza contro le fragilità

Sarà perché il nome Marche si declina al plurale, come a testimoniare l’irriducibile e originalissima varietà di paesaggi e territori di questa regione; oppure per la schiettezza, talora un po’ “ingenua” (in senso buono) della gente; o infine per il valore che si dà al tempo e alla qualità della vita. Forse saranno tutti e tre questi motivi messi insieme la ragione della Bellezza di quest’area geografica. Ogni collina, ogni costa, ogni piazza, sono luoghi indimenticabili e ovunque la vita splende nella sua semplicità. Fragilissima, ha subìto il terribile terremoto del 2016. La vita è cambiata, è stata spezzata...eppure è emerso tutto il valore di questa terra e molte iniziative sono nate per recuperare un aspetto che, se prima poteva sembrare “provinciale”, è diventato di colpo uno dei tratti peculiari della nostra regione: la cultura. Non voglio con ciò dire che prima non ci si tenesse per niente: in realtà negli ultimi anni si è lavorato tanto per conferire visibilità al territorio locale. Faccio solo l’esempio del mio capoluogo di provincia, Ascoli Piceno: fino a poco più di quindici anni fa esisteva solo la Quintana e, se andavi in Piazza del Popolo nel primo pomeriggio o d’estate, la trovavi deserta. Oggi a tutte le ore del giorno e in tutte le stagioni trovi gente e turisti che apprezzano l’arte e il cibo, in due parole la qualità della vita. Certo che gli avvenimenti di due anni fa, forse perché hanno sensibilizzato il pubblico verso la consapevolezza che questo patrimonio può essere perduto in un attimo, ha posto le Marche ancora più sotto i riflettori; inoltre, anche il fatto che il terremoto del 2016 (come tutti gli eventi contemporanei) sia stato raccontato in ogni fase e in ogni modo mediante l’utilizzo di tutti i nuovi mezzi di comunicazione, ha aiutato a conferire visibilità alle terre coinvolte. Ma è stata anche la grande forza di reagire di questi testardi e cocciuti marchigiani che ha innescato una controspinta rispetto alla drammaticità delle circostanze: proprio la paura che il sisma di fine estate-autunno2016 avrebbe disincentivato i turisti per la stagione successiva, ha prodotto una forte campagna pubblicitaria che ancora dura e che in questo caso è davvero benedetta. E alcune scelte hanno certamente ripagato degli sforzi compiuti: un caso su tutti è San Benedetto del Tronto i cui albergatori, all’indomani del disastro, hanno accolto gli sfollati nelle loro strutture. E quanto è cresciuta nel turismo la Città della Palme per eccellenza! Infine, la consapevolezza dell’esperienza drammatica di due anni fa, ha portato la Cultura a riflettere sulla realtà. Ho sentito l’intervista rilasciata un po’ di giorni fa al tg 3 Marche dalla Direttrice del Macerata Opera Festival, al via nei giorni scorsi. Ebbene nelle sue parole era evidente che l’edizione di quest’anno, incentrata sul tema della Speranza, presupponesse tutto il vissuto di questi due anni, integrandolo nelle performance(s) non come motivo  di dolore sterile e fine a se stesso, ma come motivo di riflessione: il terremoto è stato una tragedia, ma dalle macerie può rinascere la Speranza, corroborata dalla Bellezza, il biglietto da visita vincente per le Marche contro ogni remora di chi, magari, ha ancora paura di tornare in questi luoghi. 


 (Lago di Fiastra, provincia di Macerata)



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