Le
nostre Marche: la Bellezza contro le fragilità
Sarà perché il nome Marche si declina al plurale, come a
testimoniare l’irriducibile e originalissima varietà di paesaggi e territori di
questa regione; oppure per la schiettezza, talora un po’ “ingenua” (in senso
buono) della gente; o infine per il valore che si dà al tempo e alla qualità
della vita. Forse saranno tutti e tre questi motivi messi insieme la ragione della
Bellezza di quest’area geografica. Ogni collina, ogni costa, ogni piazza, sono
luoghi indimenticabili e ovunque la vita splende nella sua semplicità. Fragilissima,
ha subìto il terribile terremoto del 2016. La vita è cambiata, è stata
spezzata...eppure è emerso tutto il valore di questa terra e molte iniziative sono
nate per recuperare un aspetto che, se prima poteva sembrare “provinciale”, è diventato
di colpo uno dei tratti peculiari della nostra regione: la cultura. Non voglio
con ciò dire che prima non ci si tenesse per niente: in realtà negli ultimi
anni si è lavorato tanto per conferire visibilità al territorio locale. Faccio
solo l’esempio del mio capoluogo di provincia, Ascoli Piceno: fino a poco più
di quindici anni fa esisteva solo la Quintana e, se andavi in Piazza del Popolo
nel primo pomeriggio o d’estate, la trovavi deserta. Oggi a tutte le ore del
giorno e in tutte le stagioni trovi gente e turisti che apprezzano l’arte e il
cibo, in due parole la qualità della vita. Certo che gli avvenimenti di due
anni fa, forse perché hanno sensibilizzato il pubblico verso la consapevolezza che
questo patrimonio può essere perduto in un attimo, ha posto le Marche ancora
più sotto i riflettori; inoltre, anche il fatto che il terremoto del 2016 (come
tutti gli eventi contemporanei) sia stato raccontato in ogni fase e in ogni
modo mediante l’utilizzo di tutti i nuovi mezzi di comunicazione, ha aiutato a
conferire visibilità alle terre coinvolte. Ma è stata anche la grande forza di
reagire di questi testardi e cocciuti marchigiani che ha innescato una controspinta
rispetto alla drammaticità delle circostanze: proprio la paura che il sisma di
fine estate-autunno2016 avrebbe disincentivato i turisti per la stagione
successiva, ha prodotto una forte campagna pubblicitaria che ancora dura e che
in questo caso è davvero benedetta. E alcune scelte hanno certamente ripagato
degli sforzi compiuti: un caso su tutti è San Benedetto del Tronto i cui
albergatori, all’indomani del disastro, hanno accolto gli sfollati nelle loro
strutture. E quanto è cresciuta nel turismo la Città della Palme per
eccellenza! Infine, la consapevolezza dell’esperienza drammatica di due anni
fa, ha portato la Cultura a riflettere sulla realtà. Ho sentito l’intervista
rilasciata un po’ di giorni fa al tg 3 Marche dalla Direttrice del Macerata
Opera Festival, al via nei giorni scorsi. Ebbene nelle sue parole era evidente
che l’edizione di quest’anno, incentrata sul tema della Speranza, presupponesse
tutto il vissuto di questi due anni, integrandolo nelle performance(s) non come motivo
di dolore sterile e fine a se stesso, ma come motivo di riflessione: il
terremoto è stato una tragedia, ma dalle macerie può rinascere la Speranza,
corroborata dalla Bellezza, il biglietto da visita vincente per le Marche
contro ogni remora di chi, magari, ha ancora paura di tornare in questi luoghi.
(Lago di Fiastra, provincia di Macerata)
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